Carissimi lettori anche quest’anno abbiamo potuto coronare il sogno di andare a Lourdes e ogni volta numerosi, gioiosi e pieni di speranza, che ci portiamo a casa con la gioia di poterci ritornare. La fiamma della fede che brucia a Lourdes continua perseverante con la sua luce a chiamare nuovi fedeli e arde sempre bramosa di trovare nuovi amici, volontari e ammalati che non smettono mai di sperare. La speranza è il tema giubilare che resta vivo nei volti sorridenti di questo pellegrinaggio.
Michela Scollo – Presidente Sottosezione Bolzano
Questo è in sostanza il riassunto del mio ultimo pellegrinaggio a Lourdes con Unitalsi Triveneta, quale medico volontario. Ci siamo ritrovati in molti colleghi quest’ anno a partecipare ognuno con le sue competenze e disponibilità.
Abbiamo fatto una bella squadra in marcia verso Lourdes per accompagnare i malati e i pellegrini.
Quello che si percepisce subito è che il sofferente, il fragile, il fratello escluso dalla vita frenetica quotidiana, a Lourdes occupa il primo posto. Tutto ruota intorno a lui, ai suoi bisogni, alla sua malattia che improvvisamente lì diventa sorgente di felicità, serenità profonda nonostante le difficoltà evidenti. A Lourdes incontri malati che aiutano altri malati a camminare, si tendono la mano col sorriso sul volto come per sostenersi vicendevolmente.
E tu rimani spiazzato, meravigliato ad ammirare questi eventi, chiedendoti perché non possano essere vissuti anche nella routine quotidiana, quando si ritorna a casa ognuno al proprio posto.
A Lourdes, come in una corsia di ospedale, si comprende veramente il senso del vivere, non un bagno interminabile di felicità ma la fragilità della nostra esistenza. E questa fragilità si mostra in mille sfaccettature, a volte violenta e deturpante, a volte sottile e quasi invisibile al disattento. Lourdes diventa un luogo di felicità che quasi contrasta con ciò che si vede lì e si vive in ogni giorno di pellegrinaggio.
È una felicità dettata dalla comprensione che in mezzo alle nostre difficoltà non siamo soli, ma siamo circondati dalla solidarietà e altruismo di coloro che ci camminano a fianco, quali i barellieri, le sorelle, il personale sanitario e tutti i volontari. E nessuno di noi può dirsi escluso, tutti abbiamo le nostre difficoltà e fragilità da presentare alla “nostra Signora” in questo santuario.
Ecco perché ogni anno sento la necessità di partecipare al pellegrinaggio a Lourdes nel mio ruolo di medico, per ritrovare e rinnovare lo spirito di altruismo che sul mio lavoro mi cala ogni giorno in ospedale, ma poi cerco di vivere anche tra le mura ospedaliere quel sentimento di servizio autentico, gratuito e appagante che a Lourdes si vive.
Dr. Paolo Moscatelli – Medico Sottosezione Bolzano




